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LA NUOVA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA

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Eventi

Un Distretto ogni 100.000 abitanti con all’interno le strutture territoriali quali le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità in carico alle ASST con il compito di valutare il bisogno locale, programmare la medicina di territorio e integrare i servizi dei Medici di Medicina Generale, degli Infermieri e degli Assistenti Sociali. Saranno ubicati in una sede fisica facilmente riconoscibile e accessibile dai cittadini” e rappresenteranno la sede in cui far emergere la centralità del cittadino/paziente anche con l’uso della telemedicina. Saranno anche  la sede di confronto e coinvolgimento dei  Sindaci del territorio, sulla falsariga delle assemblee dei sindaci delle ASL di altre regioni

Dai Distretti, concepiti come articolazioni delle ASST, passeranno anche i servizi di tipo amministrativo come la scelta e revoca del medico, le visite presso le Commissioni patenti, le prestazioni di medicina legale.

Ogni Distretto prevede una COT, Centrale Operativa Territoriale, punto di accesso fisico e digitale al Distretto con l’obiettivo  di orientare il cittadino nel percorso assistenziale  ed occuparsi della presa in carico delle persone fragili.

Le Case della Comunità, in linea con quanto previsto dal PNRR, saranno una ogni 50.000 abitanti circa. La Casa della Comunità è la “struttura fisica” nell’ambito della quale operano team multidisciplinari (MMG, specialisti, infermieri di comunità, assistenti sociali) e dove verra’ garantita la presa in carico delle comunità di riferimento anche grazie al Punto Unico di Accesso (PUA) per la valutazione multidimensionale. All’interno dovrà realizzarsi l’integrazione tra i servizi sanitari sociosanitari con i servizi sociali territoriali, potendo contare sulla presenza degli assistenti sociali e sono previste  la creazione di nuove figure manageriali, come il Direttore di Distretto e la realizzazione di Dipartimenti di Prevenzione e di Dipartimenti di Salute Mentale.

Infine un ruolo di contrattazione insieme alle ASST e programmazione ( anche a carico dei distretti) delle ATS la cui figura permane nebulosa ed  il futuro incerto.

Ma se il progetto di riforma cerca di salvare una parte dell’impianto della legge 23 coniugandola con il PNRR, da definire rimangono i modelli organizzativi con cui riempire le strutture future, la necessità di evitare confusioni di compiti e ridondanze, il ruolo dei MMG e PLS, unici in Europa a essere gate keeper del sistema, liberi professionisti e remunerati con contratto statale, ed infine i compiti delle Case di Comunità (si occuperanno solo dei cronici?), quali MMG lasceranno le sedi delle attuali cooperative per migrarvi e quali indicatori di risultato ed obiettivi della medicina del territorio. Per questo Motore Sanità organizza un confronto tra i membri della Commissione Sanità della Regione Lombardia per incominciare a discutere dei temi centrali della riforma della legge 23.

L’articolo LA NUOVA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA proviene da www.motoresanita.it.

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