Psiochiatria e giustizia al servizio della società
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RAZIONALE
Dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (legge 81/2014) si è assistito ad un progressivo incremento delle misure di sicurezza comminate in luogo della pena a persone giudicate non imputabili per vizio di mente, totale o parziale.
I Dipartimenti di Salute Mentale sono sempre più spesso chiamati ad occuparsi in modo diretto dei percorsi di cura dei pazienti autori di reato confrontandosi da un lato con la difficoltà a conciliare il mandato di cura con quello del controllo sociale, dall’altro con l’evidente diversità di statuto rispetto alle altre istituzioni sociali coinvolte.
I limiti della legge 81/2014, già in parte rilevati dalla Consulta nel 2022, sembrano infatti riconducibili oltre che ad una inadeguata programmazione dei percorsi di ingresso e uscita dalle REMS, alla mancata definizione dei livelli di collaborazione inter-istituzionale tra magistratura, professionisti della psichiatria forense, Dipartimenti di Salute Mentale, forze dell’ordine, servizi sociali dei comuni, organi di coordinamento regionale.
La consulenza tecnica a supporto delle scelte della Magistratura diventa centrale ai fini dell’appropriatezza della definizione della misura di sicurezza più adeguata oltre che per un corretto utilizzo delle risorse disponibili.
In questo contesto si inserisce il Centro per la Profilazione ed Analisi Criminologica (Ce.P.A.C.), progetto sperimentale voluto dalla Regione Veneto che basa la propria operatività su protocolli e strumenti validati, con l’obiettivo di garantire la necessaria appropriatezza tecnica.
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