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LE INFEZIONI ABSSSI MODERATE-GRAVI, POSSIBILE EVITARE IL RICOVERO IN OSPEDALE? DALLE OPPORTUNITÀ ALLE CRITICITÀ ORGANIZZATIVE – PUGLIA

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RAZIONALE SCIENTIFICO

La lezione della recente pandemia ha mostrato come la domiciliarità delle cure appaia sempre più un passaggio chiave a valore aggiunto per ogni paziente che non necessiti di cure ospedaliere ad alta specializzazione. Gestire il paziente con cure di prossimità, cronico o acuto che sia, è quindi diventato oggi un obiettivo importante da realizzare nella programmazione dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese.

A maggior ragione questo concetto si concretizza quando si parla di ICA e, tra queste, di ABSSSI. La ricerca in risposta a questi bisogni ha messo a disposizione una terapia long acting che potrebbe facilitare questi processi, riducendo i rischi per il paziente, per le strutture di ricovero e cura, consentendo di abbattere i costi. Ma come ogni innovazione da introdurre a sistema, occorre rivedere alcuni percorsi.

Nei degenti in ospedale la prevalenza di queste infezioni è tra il 7 e 10 % e la sua diagnosi occupa il 28° posto dell’elenco delle diagnosi più comuni. Inoltre, il 2% degli accessi in PS sono legati a questa condizione e sostengono dal 7 al 10% dei ricoveri ospedalieri e fino al 5% dei ricoveri in area intensiva. Nei patogeni causa di ABSSSI, lo Staphylococcus aureus che rappresenta circa il 40% dei casi di ABSSSI ed è il 1° agente patogeno di infezioni cutanee e dei tessuti molli in Nord America, America Latina ed Europa, è anche il germe maggiormente associato a quei ceppi resistenti (MRSA) che rappresentano un considerevole problema di salute pubblica.

Nei pazienti con infezioni gravi la durata del trattamento è infatti pari a 7-14 giorni e corrisponde a una ospedalizzazione >8 giorni. Il crescente interesse nei confronti di questa nuova terapia long acting è dovuto ad alcune caratteristiche che la rendono 4/8 volte più potente alla Standard of Care (SoC) con un’emivita che può durare fino a 14 giorni, consentendo di poter pianificare nel miglior modo possibile sia l’ospedalizzazione che la successiva domiciliarizzazione dei pazienti (un’unica somministrazione al giorno). Il vantaggio di tale regime di terapia è rappresentato quindi nelle infezioni ABSSSI moderate, dalla non esigenza di ricovero in reparto ordinario, non impegno eccessivo delle strutture ospedaliere fin già troppo oberate con ricadute economiche importanti.

A livello nazionale, uno studio pubblicato nel 2020, ha stimato una spesa annua totale per la gestione dei pazienti con ABSSSI (5.396 soggetti) pari a circa € 9,9 milioni. L’analisi di impatto sul budget ha permesso di stimare come l’introduzione di questa innovazione nelle ABSSSI non severe possa comportare nel nostro Paese una riduzione del numero di pazienti ospedalizzati, della durata della degenza ospedaliera con conseguente riduzione della spesa a carico del SSN cumulata al terzo anno dalla sua introduzione pari a circa € 2,1 milioni.

Ma, a fronte di questi vantaggi, il lato critico dell’attuale organizzazione può essere rappresentato dalla difficoltà – da parte dell’Infettivologo prescrittore del farmaco – delle procedure burocratiche relative all’utilizzo e rendicontazione del farmaco extraospedaliere (es°FILE F). Obiettivo del tavolo di lavoro è rivedere e semplificare l’organizzazione di questo flusso creando un sistema virtuoso, sicuro per il paziente e meno oneroso per la filiera assistenziale.

 

*Andrea Marcellusi , 1, 2 Chiara Bini , 1 Maria A Rotundo , 1 Rosario Cultrera , 3 e Francesco S Mennini 1, Costo-utilità di dalbavancina versus standard di cura (SoC) in pazienti con ABSSSI non severa in Italia 22020 gennaio-dicembre; 7: 92–100. Pubblicato online 2020 Nov 6. Italiano. doi:  10.33393/grhta.2020.2138

**McCurdy SP, Jones RN, Mendes RE et al. Attività in vitro della dalbavancina contro gli isolati di Staphylococcus aureus resistenti ai farmaci da un programma di sorveglianza globale. Agenti antimicrobici chemioterapici. 2015; 59 (8):5007–9. doi: 10.1128/AAC.00274-15. Medline [ Articolo gratuito PMC ] [ PubMed ] [ CrossRef ] [ Google Scholar ]

***Bassetti M, Peghin M, Carnelutti A, Righi E. Il ruolo della dalbavancina nelle infezioni della pelle e dei tessuti molli. Curr Opin Infect Dis. 2018; 31 (2): 141–7. doi: 10.1097/QCO.0000000000000430. Medline [ PubMed ] [ CrossRef ] [ Google Scholar ]

****Marcellusi A, Bini C, Andreoni M et al. Analisi dell’impatto sul bilancio della dalbavancina nel trattamento delle infezioni batteriche acute della pelle e della struttura cutanea in tre paesi europei. Clin Investigation drug. 2020; 40 (4): 305–18. doi: 10.1007/s40261-020-00891-w. Medline [ PubMed ] [ CrossRef ] [ Google Scholar ]

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